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NEGATIVI Ha numeri precisi, a scalare man mano che si svolge, il nastro di verità celate nella camera oscura e una data di scadenza incisa in qualche posto. Tra le tacite pagine anch’io, un fotogramma fragile alla luce.
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LA SINTESI Quindi avvenne la sintesi non so quanto attesa, certo voluta perché l’alchimia compisse il suo percorso, il cerchio sospeso in mezzo ai quattro punti cardinali. Fu abrasa ogni differenza e le assonanze crebbero nell’alitare assiduo che mutò in tempio le mura profane. Non fu un’alba nuova quella che filtrò dalla maglie del silenzio, ma un ritorno, la ripresa di un discorso mai chiuso, sospeso solamente nel letargo, in attesa che dallo schianto rinascesse la luce primordiale.
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I MORTI Parlavamo dei morti in quelle sere d’inverno che il vento gridava avvinghiando la pioggia; così tra sorrisi sparsi e paste secche sembravano tornati insieme a noi. Io li immaginavo invece nei sepolcri, soli, con l’acqua che violava le fessure e lentamente penetrava gli occhi.
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RESTARONO GLI ODORI Restarono gli odori a parlarmi di te. Fu inutile lavarmi, usare ogni tipo di sapone, strigliare la pelle fino al sangue. Stavano lì, stampati sulle facce del mio corpo come un tatuaggio, un marchio impresso a fuoco, una ferita che non sana.
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MADRE Nulla
potrà più farti del male, ora
lo sai che quello dei sorrisi è
un tempo non più tuo. Sei
una canna spezzata, madre, e il vento di maestrale t’attraversa. |
QUALE ROTTA La mappa distesa sopra il tavolo zoppo, macchiata di caffè e paure, mostrava appena qualche sbiadito confine di terre assai lontane e una rosa dei venti che aveva troppi petali seccati. Quale rotta seguire, comandante?
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DEL TEMPO TRASCORSO Studiavo l’arte dei sogni arrampicato a muraglie d’arenaria, respirando vite non mie, lontano dai miraggi dei bambini. Mio padre ritornava talvolta a notte fonda e al suono delle chiavi nella toppa gli occhi chiudevo, lasciando spalancato il cuore. Del tempo trascorso poco sempre rimane, appena qualche angolo smussato e strofe inesatte di canzoni. Non mi sento cambiato ma non sono più quello che ero e mio padre è una scritta sbiadita sul portone.
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